Se non hai ancora goduto del reel sugli angoli nascosti di Bologna che abbiamo pubblicato sul nostro profilo Instagram allora corri a guardalo (ma solo dopo aver letto questo articolo)!
Nel reel abbiamo presentato 5 luoghi nascosti di Bologna, di cui uno davvero sconosciuto, mentre in questo articolo ti raccontiamo tre posti che meritano un approfondimento più ampio.
TEATRO ANATOMICO

Non so voi, ma io un posto che si chiama Teatro Anatomico lo visiterei senza pensarci due volte.
Il nome può sembrare altisonante, ma in effetti descrive bene la finalità di questo spazio e a me ricorda la “Lezione di anatomia” di Rembrandt. La sala, chiamata Teatro per la caratteristica forma ad anfiteatro, fu progettata nel 1637 per le lezioni anatomiche dall’architetto bolognese Antonio Paolucci.
Il teatro fu costruito in legno d’abete e decorato con due ordini di statue raffiguranti, nella porzione inferiore, dodici celebri medici (tra cui il bolognese Marcello Malpighi) e, in quella superiore, venti dei più famosi anatomisti dello Studio bolognese.
La cattedra del lettore, che sovrasta quella del dimostratore, è fiancheggiata da due statue dette icasticamente “Spellati”. Al centro, invece, trova spazio il tavolo su cui si operavano le dissezioni. La sala anatomica ha subito gravissimi danni nel bombardamento del 29 gennaio 1944, ma è stata ricostruita nell’immediato dopoguerra e conserva ancora le sculture lignee originali.
Il soffitto a cassettoni, realizzato nel 1645 da Antonio Levanti, è decorato con figure simboliche rappresentanti quattordici costellazioni e al centro Apollo, nume protettore della medicina.
LA CAPPELLA SISTINA
Sapevate che anche Bologna ha una propria Cappella Sistina?
Ebbene sì, in via Zamboni 15, dentro un bel chiostro rinascimentale si trova l’oratorio di Santa Cecilia, che conserva un raro ciclo di affreschi di pittori bolognesi ed emiliani del primo Cinquecento. Originariamente l’oratorio si affacciava sulla strada, ma la costruzione dei portici ne ha ridotto gli spazi alle dimensioni odierne.

L’oratorio si presenta come un ambiente unico, coperto da una volta a botte ribassata e unghiata. Lungo le pareti laterali corre il ciclo affrescato che racconta, in dieci episodi, la vita di Santa Cecilia secondo quanto narrato nel Passio Sanctae Ceciliae.
Per gli amanti della pittura rinascimentale di ispirazione raffaellita l’oratorio di Santa Cecilia è una tappa obbligata.

BAGNI DI MARIO
Non lasciatevi ingannare dal nome di questo luogo, che ricorda il titolo di un film di Fantozzi, perché nasconde un vero tesoro.

Il toponimo Bagni di Mario indica in realtà la Conserva di Valverde, ovvero niente meno che l’acquedotto che convogliava le acque dell’area di Valverde verso la Fontana del Nettuno e la cosiddetta Fontana Vecchia, che si trova lungo il lato nord del Palazzo Comunale.
Tuttavia, nell’800, la Conserva assunse il nome di Bagni di Mario per via dell’erronea identificazione dell’edificio con un centro termale romano di età repubblicana realizzato all’epoca del console Caio Mario. La struttura della Conserva è impostata su due livelli. Al livello superiore si trova una spettacolare sala ottagonale (sovrastata da un’ampia cupola avente stessa forma) dove sono scavate otto piccole vasche originariamente destinate a raccogliere l’acqua proveniente da quattro condotti che si inoltrano nella collina di Valverde. Da questi l’acqua usciva depurata mediante un procedimento di decantazione.

Tutte le acque provenienti dal livello superiore scendevano verso il livello inferiore e procedevano all’interno di un cunicolo in mattoni fin nei pressi della chiesa di Santa Maria dell’Annunziata, per poi giungere in piazza Maggiore.
A cura di
Michele Loli

23 anni e già mi sento vecchio.