Sport minori e successi maggiori

4 Apr , 2025 - Sport

Sport minori e successi maggiori

In Italia abbiamo la brutta abitudine di etichettare come “minori” tutti gli sport che non hanno la stessa attenzione mediatica di calcio, basket, motori e, in questo periodo storico, tennis. Eppure, ci sono tante discipline che minori non sono per livello, professionalità richiesta, complessità tecnica e che, soprattutto, sono parte della storia sportiva italiana. Tra i tanti sport ingiustamente snobbati rientrano sicuramente le discipline invernali, giunte ormai al termine della stagione sportiva. Se è facile collegare lo sci alpino alle gesta dei grandi del passato, non tutti sanno che l’Italia, da anni, sta riscuotendo successi e si sta godendo la crescita di talenti strepitosi in tanti settori. Biathlon, ski cross, pattinaggio di velocità, freestyle e tanti altri.

L’ultima volta che la Nazionale di calcio si è qualificata ai mondiali era il 2014, l’ultimo mondiale della Ferrari risale al 2008. Nel frattempo Federica Brignone ha vinto due volte la Coppa del Mondo di sci alpino, prima donna italiana a riuscire nell’impresa; Dorothea Wierer ha vinto due volte la Coppa del Mondo di biathlon, anche nel suo caso non ci sono precedenti; Lisa Vitozzi ha replicato questa impresa nel 2024; Davide Ghiotto ha vinto per tre anni di fila l’oro mondiale sui 10.000 metri nel pattinaggio di velocità; sono esplosi i talenti di Pietro Sigel (short track, 9 medaglie mondiali), Tommaso Giacomel (biathleta, prima vittoria in coppa del mondo nel 2025), Simone Deromedis (oro mondiale in ski cross nel 2023), Flora (vincitrice della Coppa del Mondo di freestyle nel 2025) e Miro Tabanelli (primo italiano di sempre a podio del big air). Altri come Giorgia Collomb, Elia Barp e Giovanni Franzoni arriveranno. Minore non è proprio il primo aggettivo che mi viene in mente quando penso agli sport invernali.

I volti della stagione

Durante la stagione invernale 2024-2025 abbiamo assistito al capolavoro di Federica Brignone, che ha bissato la vittoria della Coppa del 2020 con 10 vittorie e 16 podi (battendo il record di un certo Alberto Tomba), portando a casa anche le coppe di specialità di slalom gigante e discesa libera, un oro e un argento ai Mondiali di Saalbach. La cosa veramente impressionante è stata la crescita tecnica di un’atleta che a luglio compirà 35 anni: delle sue 37 vittorie in carriera (nessuna italiana meglio di lei) solo 2 sono arrivare in discesa libera, entrambe quest’anno. Ha sempre sofferto nella disciplina più veloce del circuito sciistico, soprattutto nei tratti di scorrimento. In questa stagione ha superato qualunque limite immaginabile, facendo pace anche con quelle piste, come Cortina d’Ampezzo, che l’avevano sempre fatta tribolare. Nella sua gloriosa carriera ha vinto tutto tranne l’oro olimpico e nel 2026 c’è Milano-Cortina…

L’esperienza e la classe di Brignone ci hanno ammaliati per tutta la stagione, con la valdostana apparsa al livello più alto che abbia mai raggiunto. Al tempo stesso, ci sono stati l’estro e la gioventù di Tommaso Giacomel, anche lui protagonista di una crescita per certi versi attesa, ma pur sempre costante. Il biathleta classe 2000 ha sensibilmente migliorato le percentuali al poligono rispetto al passato, abbinandole a rapidità di esecuzione e ad un passo sugli sci che non ha niente da invidiare ai big di questo sport. Estroso, talentuoso, sempre sorridente, uno di quelli che non si risparmia mai, Giacomel è un atleta divertente da guardare ed emozionante da raccontare. La sua prestazione nella sprint di Anterselva è esemplificativa di tutte queste qualità: terzo nonostante i due errori al poligono. Guardare Tommaso quest’inverno è stato veramente un piacere: si è aggiudicato la prima vittoria in carriera in Coppa del Mondo, poi a febbraio si è regalato la prima medaglia mondiale a livello individuale. Dopo i mondiali ha disputato le ultime 9 gare di Coppa del mondo, chiudendo per otto volte in top10. La classifica finale lo vede al sesto posto, ma l’anno prossimo si ripartirà senza il mostro sacro Johannes Boe, ritiratosi domenica scorsa. il biathlon è andato in vacanza da nemmeno dieci giorni, ma c’è già voglia di rivedere Giacomel all’attacco di qualcosa di grande.

Source: WikiMedia

Tommaso Giacomel ai Mondiali di biathlon del 2023, foto di Sandro Halank su Wikimedia Commons

Ci siamo anche noi

Il terzo volto di questa strabiliante stagione invernale viene dal mondo del ghiaccio e lo abbiamo già conosciuto nell’introduzione di questo articolo. Davide Ghiotto è di diritto tra i grandi dello sport italiano, ma nessuno ne parla mai. Come vi accennavo, il pattinatore vicentino, da tre anni a questa parte, detiene ininterrottamente il titolo mondiale dei 10.000 metri. La scorsa stagione riuscì ad abbinarci anche la Coppa del mondo lunghe distanze, quest’anno si è dovuto accontentare di polverizzare il record del mondo, sempre sulla distanza dei 10 chilometri, giardino di casa sua ormai. Abbassando di oltre 5 secondi il record ha detronizzato il bicampione olimpico di Pechino Nils Van der Poel. Per la cronaca, su quel podio olimpico assieme al campionissimo svedese c’era anche Davide che è il bronzo in carica.

In realtà i volti della stagione invernale sono tanti e citarli tutti diventa impossibile: da Federico Pellegrino che a 35 anni continua a insegnare fondo, a Mattia Casse che ha colto una sudatissima prima vittoria in carriera a Bormio, passando per lo squadrone dello snowboard che ha collezionato podi e vittorie. Ripensando alle vittorie di questi atleti negli ultimi anni ci si rende conto che di “minore” non c’è nulla se non il pregiudizio di chi appiccica questa etichetta ad ogni sport che non conosce. La fatica, la classe, l’abnegazione e la passione che contraddistinguono questi atleti non sono minori, così come la gioia di una luce verde al traguardo non è minore di quella procurata da un gol. Pur competendo con Paesi i cui sport nazionali sono proprio discipline invernali, gli Azzurri delle nevi e dei ghiacci non sono solo delle controfigure, ma attori protagonisti. L’anno prossimo a Milano-Cortina saranno giustamente loro gli eroi, ma poi non bisogna lasciarli finire nel dimenticatoio tornando alla sciapida definizione di sport “minori”.

Luca Innocenti

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