“Gli uomini passano, ma le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini” (Giovanni Falcone). La prima volta che lessi questa frase avevo sì e no 11 anni; avevo un libro in mano e, come si fa con tutti i libri che prendi dallo scaffale Narrativa della Feltrinelli, lo girai per leggere la quarta di copertina e sapere di più sulla lettura che la mia professoressa di italiano mi aveva consigliato per le vacanze estive.
Sono passati ben 12 anni, ma io ho ancora in mente il titolo di quel romanzo: Per questo mi chiamo Giovanni di Luigi Garlando. Il libro racconta la storia di Giovanni (strano, ma vero), un nome che lega un bambino palermitano di 10 anni e un uomo di 53 anni che amava immensamente la legalità tanto da sacrificare la sua stessa vita. Questo libro non è solo la biografia di un “nome ingombrante”, è anche il racconto di un’Italia omertosa, taciturna, a tratti “addormentata” per usare un eufemismo – un’Italia che si è sempre girata dall’altra parte e ha chiuso gli occhi pur di non vedere e gridare alla Mafia.
Il 23 maggio 2025, anniversario della strage di Capaci, si celebra la giornata nazionale della legalità, e anche la città di Bologna ospita varie iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema e di commemorazione delle vittime della mafia. Come già da qualche anno, l’associazione Libera Bologna è impegnata nell’organizzazione del Festival dei beni confiscati, due giornate all’insegna di incontri istituzionali e testimonianze che ricostruiscono le storie di immobili confiscati alla mafia sul territorio bolognese, in parte convertiti in beni pubblici al servizio della collettività.
Il Festival dei beni confiscati: da Milano a Bologna
Il Festival dei beni confiscati è un’iniziativa promossa nel 2012 dall’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Milano che si tradusse ben presto in una campagna di sensibilizzazione sul tema dei beni confiscati alla mafia, coinvolgendo la cittadinanza e le autorità locali. La prima edizione debuttò con la campagna “La Mafia non esiste – Firmato: la Mafia” organizzata dalla Nuova Accademia delle Belle Arti di Milano (NABA) e riscosse un enorme successo, tanto da attrarre l’attenzione di Libera. Associazioni, nomi, numeri contro le mafie, che avrebbe poi collaborato alle successive undici edizioni – l’ultima svoltasi proprio nel 2024.

Nel 2021, il progetto esce dalle mura milanesi per approdare a Bologna con una prima edizione (21-23 maggio) organizzata da Libera Bologna. L’obiettivo era chiaro: far conoscere ai bolognesi il patrimonio sottratto alla morsa mafiosa sul loro territorio. Nel 2023, l’associazione bolognese allestì una seconda edizione (26-27 maggio) e quest’anno replica con una terza, che si svolgerà il 23 e 24 maggio.
Prima di presentarvi brevemente il programma delle due giornate, vorrei fare una veloce rassegna dei punti principali che riguardano le misure del sequestro e della confisca dei beni alla criminalità organizzata, evitando però di annoiarvi con un incomprensibile linguaggio “giuridichese”.
Sequestro e confisca di beni alla mafia: no al giuridichese
Il sequestro e la confisca dei beni alla Mafia appaiono per la prima volta come misura cautelare con la legge Rognoni-La Torre del 1982, anno storico che sancisce una svolta nella magistratura: viene introdotto, e quindi riconosciuto dalla legge, il reato di associazione mafiosa (art. 416-bis c.p.).
Ma quand’è che si attua un sequestro di beni? In poche parole, quando l’autorità giudiziaria ritiene che l’utilizzo di quel bene non sia trasparente e lecito. Va detto che il tribunale non dispone sequestri a caso, ma emana questo provvedimento verso indiziati per crimini di associazione mafiosa o di traffici illeciti.
Ma torniamo alla legislazione. Negli anni, sono state promulgate diverse leggi che modificano la procedura di questa misura. Tra queste va innanzitutto citata la legge n.109 del 1996 che dispone la possibilità di conversione dei beni confiscati in via definitiva ad usi sociali. Nel 2008, per rendere l’amministrazione di questi beni ancora più trasparente, viene fondato il FUG (Fondo Unico Giustizia) e nel 2010 nasce la ANBSC (Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata), che ancora oggi si occupa delle assegnazioni, delle riconversioni e delle vendite del patrimonio sottratto alla malavita.
Molto spesso l’ANBSC si trova ad avere a che fare con immobili fatiscenti da ristrutturare, per cui li concede a enti del territorio dove il bene è situato. Tuttavia, i tempi di assegnazione sono spesso tempi lunghi, quindi possono passare anni prima che le amministrazioni locali ricevano in cessione un immobile, come è successo per l’unico, finora, confiscato alla criminalità organizzata in Emilia-Romagna: Villa Celestina.
Villa Celestina: storia di una confisca
Se cercate “Villa Celestina Bologna” su Google Maps, ciò che vi appare accanto al nome della villa è la dicitura “Bene confiscato alla Mafia”. La storia di questa villa ottocentesca nel quartiere San Mamolo è rimasta impigliata fra i tentacoli di Cosa Nostra, in particolar modo tra le mani di Giovanni Costa, un imprenditore palermitano che acquistò la villa per trasformarla in appartamenti di lusso. Costa vide ben poco dei lavori di ristrutturazione, perché nel 2003 venne indagato per riciclaggio aggravato di denaro proveniente da attività malavitose da parte del Tribunale di Palermo.
Villa Celestina divenne così una proprietà espropriata alla Mafia, e per anni rimase nel deposito dei beni confiscati, finché nel 2018 la ANBSC la destinò al Comune di Bologna. Da allora, il Comune in collaborazione con Libera Bologna ha iniziato i lavori di ristrutturazione dell’immobile fatiscente per tramutarlo in spazi abitativi per famiglie e soggetti in difficoltà economica. Il messaggio lanciato dalle istituzioni è forte e chiaro: restituiamo alla collettività ciò che le era stato sottratto con la forza della violenza.
Ad oggi, l’unico spazio della villa che è già stato convertito per scopi sociali è il giardino in gestione a Libera. L’associazione coltiva un orto comunitario sul retro e allestisce eventi, mostre, convegni e iniziative ricreative per far rivivere un luogo per molto tempo dimenticato. È proprio nel giardino di Villa Celestina che il 23 e 24 maggio si terrà buona parte delle attività del festival.
III edizione del Festival dei beni confiscati (23-24 maggio)
Come accennavo prima, il 23 e 24 maggio si svolgerà la terza edizione del Festival dei beni confiscati. Ecco per voi una breve presentazione di come saranno organizzate le due giornate (il programma per intero è disponibile qui).

23 maggio 2025
La giornata del 23 maggio si aprirà alle ore 10:30 con un incontro istituzionale in Assemblea Legislativa (via Aldo Moro 50), in cui si parlerà di pratiche di riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie con un focus particolare sul territorio emiliano-romagnolo. In assemblea, interverranno alcune autorità locali, tra cui Maurizio Fabbri (Presidente dell’ Assemblea Legislativa Emilia-Romagna), Gian Guido Nobili (Responsabile Area Sicurezza Urbana e Integrata, Cultura della Legalità e Polizia locale della Regione Emilia-Romagna) e Tatiana Giannone (Responsabile Nazionale Libera Beni Confiscati).
Nel tardo pomeriggio, verso le 17:45, ci si sposterà nel giardino di Villa Celestina (via Giovanni Boccaccio 1) per affrontare il tema del Codice antimafia e il riutilizzo sociale del patrimonio confiscato. All’incontro, parteciperanno il referente di Libera Bologna Andrea Giagnorio, il sindaco Matteo Lepore, il magistrato della direzione distrettuale antimafia di Bologna Marco Forte, e altri esponenti di sindacati, università e magistratura.
Per concludere la giornata, dalle ore 21, Libera proietterà alcune delle sue inchieste con la partecipazione di Maurizio Gaigher (Presidente della commissione antimafia e legalità democratica).
24 maggio 2025
La giornata del 24 maggio si svolgerà tutta rigorosamente nel giardino di Villa Celestina. Si comincerà nel pomeriggio dalle 16 con incontri e confronti sul tema del riuso sociale con alcune autorità locali, tra cui Caterina Brancaleoni, Dirigente Regione Emilia Romagna, e Giulia Cillani, Vicesindaca del Comune di Argenta. Si proseguirà alle 18 con una tavola rotonda aperta agli operatori e operatrici dell’Economia Sociale. La giornata si concluderà con una performance musicale dalle ore 21.
Come diceva qualche anno fa un grande cantautore italiano in una – a mio parere – delle più belle canzoni di denuncia contro la malavita, “Ci sono stati uomini che passo dopo passo hanno lasciato un segno con coraggio e con impegno, con dedizione contro un’istituzione organizzata, Cosa nostra, Cosa vostra, Cos’è vostro? È nostra… la libertà di dire” (Pensa, Fabrizio Moro). Mi verrebbe da aggiungere a queste parole sacrosante che è nostra anche la libertà di ricordare quegli uomini che hanno scritto pagine perché gli uomini passano, ma le idee restano.
Alessia Bandini

Sono laureata in Lingue e letterature straniere all’Università di Bologna. Sono una romagnola doc che ama la sua terra d’origine con la sua musica popolare e la sua invidiabile tradizione culinaria. Ah si, dimenticavo: mi piace scrivere di qualunque cosa mi incuriosisca, soprattutto se si tratta di arte, cultura e storia.
image sources
- Festival_dei_beni_confiscati_Manifesto: Wikimedia Commons | CC BY-SA 4.0 International
- Giovanni_e_Paolo_ShiftN: Wikimedia Commons | CC BY-SA 4.0 International