La questione irrisolta del Kashmir dal 1947 a oggi: ripercorrere la storia per comprendere gli avvenimenti degli ultimi giorni.
Nei giorni scorsi si è verificata una rapida e allarmante escalation militare tra India e Pakistan, che ha riacceso le tensioni latenti legate alla storica disputa sul Kashmir, la regione himalyana situata a nord dei due Paesi. La contesa per questo territorio rappresenta da oltre settant’anni una delle più complesse e irrisolte controversie geopolitiche dell’Asia. Oggi il Kashmir è suddiviso de facto tra tre potenze: l’India amministra circa due terzi del territorio (le regioni del Jammu e Kashmir e del Ladakh), il Pakistan ha il controllo dell’Azad Kashmir e del Gilgit-Baltistan, mentre una regione minore, l’Aksai Chin, è stata conquistata dalla Cina nel 1962, ma è tuttora rivendicata dall’India.
Nel 1949 fu tracciata una linea di demarcazione tra India e Pakistan nota come Linea di Controllo (LoC), che però non è riconosciuta a livello internazionale come confine ufficiale. Da allora, la regione è stata teatro di continui attriti, conflitti armati e operazioni militari, culminati negli eventi delle ultime settimane. Questi fatti dimostrano quanto la tensione tra i due Paesi rimanga viva e potenzialmente esplosiva.
La distribuzione attuale del Kashmir tra India e Pakistan1
Cos’è successo?
Lo scorso 22 aprile, a Pahalgam — località turistica situata nella parte del Kashmir amministrata dall’India — un gruppo armato ha ucciso almeno 28 civili, quasi tutti turisti indù. L’attacco terroristico è stato inizialmente rivendicato dal Fronte della Resistenza, gruppo armato islamista, che poi però ha smentito la propria responsabilità. L’episodio ha innescato una dura reazione da parte del governo indiano, che ha immediatamente sospeso il Trattato sulle acque dell’Indo del 1960. Si tratta di un accordo di fondamentale importanza per l’approvvigionamento idrico del Pakistan, poiché riguarda la spartizione delle acque dei sei fiumi che formano il sistema dell’Indo, e che è sopravvissuto a tutti gli eventi traumatici degli ultimi decenni.
Nella notte tra il 6 e il 7 maggio, l’esercito indiano ha avviato l’Operazione Sindoor, una serie di attacchi missilistici contro nove presunte infrastrutture terroristiche situate in territorio pakistano e considerate collegate all’attacco terroristico di aprile. Secondo il ministro della Difesa del Pakistan, tuttavia, gli attacchi indiani avrebbero colpito obiettivi civili e non militari. Le aree maggiormente coinvolte sono state Muzaffarabad e Kotli, nel Kashmir amministrato dal Pakistan, e Bahawalpur, nella provincia pakistana del Punjab.
La risposta di Islamabad è arrivata il giorno seguente, il 7 maggio, con un’offensiva contro alcune basi militari indiane. I combattimenti si sono intensificati lungo la Linea di Controllo e sono proseguiti per diversi giorni, suscitando grande preoccupazione a livello internazionale, in quanto entrambi i paesi possiedono armi nucleari operative e vettori missilistici.
Il cessate il fuoco, mediato dall’amministrazione statunitense, è stato raggiunto sabato 10 maggio. Tuttavia, le tensioni restano alte: le difese aeree rimangono attive e si continuano a segnalare esplosioni sporadiche, mentre India e Pakistan si accusano reciprocamente di violazioni del cessate il fuoco.

I giorni del Raj (Calcutta, 1912). Foto d’archivio2
Contesto storico
1947-1949. La spartizione dell’India britannica.
Le dispute in quest’area hanno avuto origine nel 1947, con la fine del Raj britannico e la partizione del subcontinente indiano su base religiosa. Il 14 e 15 agosto di quell’anno nacquero due nazioni indipendenti: l’India, a maggioranza induista e il Pakistan, a maggioranza musulmana. La regione del Kashmir, con una popolazione prevalentemente musulmana, rimase inizialmente un principato autonomo sotto il governo del Maharaja induista Hari Singh, che esitava ad aderire a uno dei due nuovi Stati.
Tuttavia, poche settimane dopo, a seguito di un’incursione armata da parte di miliziani tribali sostenuti dal Pakistan, il Maharaja si rivolse all’India chiedendo aiuto militare. In cambio dell’intervento, accettò di firmare l’Instrument of Accession, sancendo l’annessione del Kashmir all’India nell’ottobre del 1947. Questa decisione innescò la prima guerra indo-pakistana, combattuta per il controllo della regione. Il conflitto si concluse il 31 dicembre 1948 con un cessate il fuoco mediato dalle Nazioni Unite, e con la definizione della Linea di Controllo, che ancora oggi divide de facto il Kashmir tra India e Pakistan.
Jawaharlal Nehru, premier indiano dal 1947 al 1964, l’ultimo viceré britannico Lord Louis Mountbatten, e il padre del Pakistan Muhammad Ali Jinnah durante i negoziati sull’accordo della «partizione»
1950-1990. Le guerre successive (1965 e 1971).
Nel 1965, il Pakistan diede avvio all’Operazione Gibilterra, infiltrando forze speciali nel Jammu e Kashmir con l’obiettivo di fomentare una rivolta armata contro l’amministrazione indiana. L’iniziativa innescò lo scoppio della seconda guerra del Kashmir, un conflitto durato cinque settimane e costato oltre 6.000 vittime. La guerra si concluse nel 1966 grazie all’intervento diplomatico dell’Unione Sovietica e degli Stati Uniti, con la firma della Dichiarazione di Tashkent.
Un terzo violento conflitto scoppiò nel 1971, quando l’India intervenne a sostegno del movimento di indipendenza del Bangladesh (allora Pakistan Orientale). La guerra si concluse con una schiacciante vittoria indiana e la nascita del Bangladesh come Stato sovrano.
Negli anni successivi, le ostilità tra India e Pakistan continuarono in maniera episodica, ma con fasi di forte tensione, tra cui il conflitto del Siachen nel 1984, che vide le forze indiane occupare il ghiacciaio situato nella zona settentrionale del Kashmir, innescando scontri prolungati in condizioni estreme.
1990-oggi. Radicalizzazione e repressione.
Dalla fine degli anni Ottanta, la valle del Kashmir è diventata teatro di una crescente radicalizzazione e di una dura repressione da parte delle autorità indiane. Oltre all’ulteriore conflitto indo-pakistano del 1999, noto come Guerra di Kargil, la regione ha visto un’escalation di violenze interne tra l’esercito indiano e numerosi gruppi militanti.
Il primo grande gruppo armato pro-Pakistan in Kashmir, l’Hizbul Mujahideen, fu fondato nel 1989 e mantenne per anni stretti legami con il movimento fondamentalista Jamaat-e-Islami pakistano. Attivo soprattutto negli anni ’90, il gruppo ha gradualmente perso influenza, soprattutto dopo la morte dei suoi principali comandanti.
Nel 1990 emerse anche Lashkar-e-Taiba (LeT), gruppo jihadista con base in Pakistan che aspira a rendere il Kashmir una regione pakistana. È considerato responsabile di numerosi attacchi su suolo indiano, tra cui il massacro di Mumbai nel 2008.
Nel corso degli anni 2000 si sono affermati anche gruppi jihadisti transnazionali affiliati ad al-Qaeda, come Jaish-e-Mohammed (JeM) e Ansar Ghazwat-ul-Hind (AGH). Mentre il primo ha rivendicato attacchi come l’attentato di Pulwama nel 2019, il secondo si distingue per la sua ideologia salafita, puntando alla creazione di uno Stato islamico basato sulla sharia in Kashmir e rigettando ogni obiettivo nazionalista.
Con l’abrogazione dell’articolo 370 della Costituzione indiana nel 2019, è stata revocata l’autonomia speciale di cui godeva lo Stato di Jammu e Kashmir, l’unico dei 29 stati della federazione indiana a maggioranza musulmana. L’inasprimento della repressione da parte dell’India ha ulteriormente alimentato il risentimento locale e le tensioni internazionali e ha portato alla nascita del gruppo armato del Fronte della Resistenza (TRF). La sorveglianza militare, le restrizioni ai diritti civili e le interruzioni di internet sono diventati strumenti abituali di controllo. Parallelamente, il Pakistan continua a essere accusato di tollerare o sostenere gruppi militanti attivi nella regione.
Il Kashmir resta così una polveriera geopolitica, dove le aspirazioni locali, le rivalità regionali e gli interessi delle potenze nucleari si intrecciano in un conflitto irrisolto e altamente instabile.
Per concludere
India e Pakistan hanno alle spalle una lunga storia di tensioni, scontri e guerre, iniziata quasi subito dopo la loro indipendenza dal Regno Unito nel 1947. Come in molte altre regioni del mondo, la fine improvvisa dell’occupazione coloniale britannica ha lasciato in eredità confini incerti, divisioni religiose e una profonda instabilità politica, economica e sociale. Le ferite aperte da quella partizione non si sono mai rimarginate e continuano a influenzare la vita delle popolazioni locali.
Il Jammu e Kashmir è oggi una delle regioni più militarizzate al mondo e la sua popolazione vive la minaccia costante della violenza, tra attacchi terroristici e operazioni militari. Nella scia della guerra al terrorismo, le autorità indiane sono state più volte accusate di gravi violazioni dei diritti umani, come documentato anche da Amnesty International e da altre organizzazioni indipendenti.
Dopo l’abrogazione dell’articolo 370 nel 2019, oltre 83.000 persone non originarie della regione sarebbero state insediate nell’area, in un processo che molti critici considerano una forma di ingegneria demografica. Allo stesso tempo, manifestazioni e dissenso politico vengono sempre più spesso repressi con violenza e misure di emergenza.
La recente escalation a cui abbiamo assistito ha riacceso la paura di un confronto diretto tra due potenze nucleari, ma ha anche riportato alla luce le sofferenze quotidiane di chi vive nella regione. La pressione esercitata da attori internazionali come gli Stati Uniti, più vicini all’India, e la Cina, alleata del Pakistan, lascia sperare nella tenuta del cessate il fuoco e in un contenimento della crisi. Tuttavia, una soluzione definitiva al conflitto rimane ancora lontana.
Fonti
India e Pakistan si sono accordati per un cessate il fuoco. Il Post. 10 maggio 2025. https://www.ilpost.it/2025/05/10/india-pakistan-cessate-il-fuoco/ Ultimo accesso: 11/05/25
What is happening between India and Pakistan? Sky News. 10 maggio 2025. https://news.sky.com/story/kashmir-terrorist-attack-what-happened-and-how-have-india-and-pakistan-reacted-13355235 Ultimo accesso: 11/05/25
Kashmir: Why was India so quick to blame Pakistan? The Interpreter – Lowy Institute. 2 maggio 2025. https://www.lowyinstitute.org/the-interpreter/kashmir-why-was-india-so-quick-blame-pakistan Ultimo accesso: 11/05/25
Key militant groups in the Kashmir insurgency. DW News. 26 aprile 2025. https://www.dw.com/en/key-militant-groups-in-the-kashmir-insurgency/a-72354333 Ultimo accesso: 11/05/25
After Kashmir attack, New Delhi’s response sparks fears of escalation between India and Pakistan. Le Monde. 24 aprile 2025. https://www.lemonde.fr/en/international/article/2025/04/24/after-kashmir-attack-new-delhi-s-response-sparks-fears-of-escalation-between-india-and-pakistan_6740574_4.html Ultimo accesso: 11/05/25
India: repressione sempre più dura contro il dissenso nel Jammu e Kashmir. Amnesty International. 18 Settembre 2024. https://www.amnesty.it/india-repressione-sempre-piu-dura-contro-il-dissenso-nel-jammu-e-kashmir/ Ultimo accesso: 11/05/25
Kashmir senza pace. Tutto quello che c’è da sapere del conflitto tra India e Pakistan. Lifegate. 9 gennaio 2019. https://www.lifegate.it/kashmir-storia-origini-conflitto Ultimo accesso: 11/05/25
Khan, Yasmin (18 September 2007). The great Partition: the making of India and Pakistan. Yale University Press. p. 13. ISBN 978-0-300-12078-3.
- Fonte immagine: https://news.sky.com/story/kashmir-terrorist-attack-what-happened-and-how-have-india-and-pakistan-reacted-13355235 ↩︎
- Fonte immagine: https://milindo-taid.net/2012/days-of-the-raj-calcutta-kolkata-india-1912/ ↩︎