Guida leggera al Conclave 2025

8 Mag , 2025 - Attualità

Guida leggera al Conclave 2025

Extra omnes e già due fumate nere. È iniziato uno dei riti più misteriosi e appassionati: il Conclave. L’evento religioso che con le sue regole secolari porterà all’elezione papa nei prossimi giorni. Tra formule in latino, meditazioni e votazioni segrete i 133 cardinali stabiliranno chi sarà il successore al soglio di San Pietro. Andiamo dunque ad analizzare i profili dei papabili, con la curiosità e ignoranza laica che avvolge un momento tanto sacro quanto profano per la maniera in cui è trattato dagli esperti vaticanisti, media e canali social. Partiamo da una premessa: come si fa a sapere chi è papabile? Di cardinali ce ne sono a bizzeffe, tutti con grandi curriculum, eccellenti guide di grandissime diocesi o arcidiocesi, incaricati talvolta di compiti politici ed economici, con ricadute internazionali. E quindi? Come si fa a trovare una rosa di pochi favoriti? La prima cosa che viene da pensare, o meglio, la prima cosa che ho pensato io è: “andiamo a vedere chi non è stato eletto fra i papabili nel 2014, quando Benedetto XVI ha ‘abdicato’”.

I non eletti del 2013

La pigrizia di chi scrive lo fa fermare al consulto di due fonti. La prima è un articolo del Post, datato 12 febbraio 2013, la seconda è la pagina Wikipedia sul Conclave di quell’anno. Con immenso stupore la prima cosa che si nota è che fra i 10 papabili dati dal Post, non c’è Jorge Mario Bergoglio aka futuro Papa Francesco. Per la guess sul futuro Papa, il Post si rifà ai bookmakers, con Paddy Power (incredibile reminiscenza degli anni 10 del 2000) che traccia come favorito Angelo Scola, o alternativamente un altro papa italiano o al massimo africano. Si cita anche la pista latinoamericana, ma non Bergoglio.  Infatti fra i 10 candidati ci sono un brasiliano ed un argentino: still not Bergoglio. Con mio sommo sbigottimento, dei 10 favoriti indicati dal Post, solo uno è tra i possibili papabili anche a questo giro, si tratta di Peter Kodwo Appiah Turkson, cardinale africano che, però, non sembra avere grandi chance di essere eletto, dato che il suo unico punto di forza è condividere uno dei suoi nomi con un ex centrocampista del Palermo. Accorgendomi dell’inutilità di andare a vedere i favoriti del 2013 per capire chi sarà il Papa del 2025, ho deciso di vedere i favoriti del 2025. La scelta più logica, immediata e banale.

 Analisi dei criteri di scelta e l’ipotesi tandem

Il primo sito che mi si apre davanti è quello di milanofinanza.it, facendomi riflettere lungamente su cosa internet pensa di me. L’articolo in questione non si sbilancia e preferisce, più che fare nomi, analizzare la dinamica. Pare che la situazione sia di grande stallo ed il quorum di 89 voti sia un miraggio lontano. Prende sempre più piede la pista “tandem”, ovvero nominare un papa che si equilibri con il Segretario generale di stato, in modo da accontentare un po’ tutti. Oppure c’è anche l’ipotesi di nominare un papa che a sua volta sia assistito da un consiglio di cardinali rappresentanti tutte le correnti del Vaticano e decidere poi “tutti insieme” l’indirizzo politico. Non ci piace. La Chiesa è l’unica forma di stato in Europa con, di fatto, un Re (UK, Spagna, scandinavi pff reali che non contano nulla): che tristezza sarebbe usare metodi democratici per fare politica o tornare ai due consoli stile impero romano.

Ok, adesso per davvero, la lista dei papabili

In ogni caso, ho trovato risposte più serie sui candidati sul sito di Skytg24. Ricco di così tante risposte ed informazioni, che è l’unico che poi ho effettivamente consultato, forse anche stanco di sentire parlare di vicende papali. Riporto un riassunto per ogni profilo papale, fatto su quello che credo di avere intuito di queste mitologiche figure. Segue, quindi, la lista dei profili papabili, divisa per nazionalità o continente. Tutto molto italocentrico o eurocentrico, tutto molto campanilista, quindi tutto molto italiano.

 Italiani: i nostri campioni

Pietro Parolin

70 anni, Schiavon (Vicenza)

È il favorito secondo esperti e bookmakers. Date queste premesse perderà quasi sicuramente: non ci beccano mai. È Segretario di stato in carica, stra-diplomatico ed esperto a livello politico. Si dice che abbia un pacchetto di 40 voti in tasca garantiti, anche se non si sa bene come li abbia avuti, chi abbia fatto i calcoli e come. È molto criptico sulle sue posizioni, non si inserisce né fra i conservatori né fra i progressisti, democristiano come piace a noi. Ha ricoperto la carica di Nunzio in Venezuela che non so cosa voglia dire ma mi ricorda tanto il titolo di un film di Maccio Capatonda.

Matteo Maria Zuppi

67 anni, Roma

Figlio d’arte: suo padre era direttore di uno dei più importanti giornali cristiani. Ha un insopportabile accento toscano, anche se non si capisce come mai, essendo romano. Forse è un problema mio che non distinguo toscano e romano. È per la pace, i migranti e si dichiara progressista. Il top, anche molto simpatico nei siparietti coi giornalisti pre-Conclave. Punto a favore: fa l’arcivescovo della Diocesi di Bologna, come in Champions League si tifano le italiane, così al Conclave si tifano i bolognesi (d’adozione).

Pierbattista Pizzaballa

60 anni, Cologno al Serio (Bergamo)

Stra-forte, ha la carica di “Patriarca di Gerusalemme”, fra i titoli più epici mai inventati. Bravo a livello diplomatico e, come molti suoi colleghi italiani, non si sbilancia mai sulle questioni importanti e spinose, rendendolo difficile da collocare politicamente. Non vincerà perché è troppo giovane, un bel messaggio di speranza per tutti i 60enni che si sentono vecchi.

Parolin, Pizzaballa, Zuppi

Europei: solo controindicazioni

Peter Erdő

72 anni, Ungheria

L’unica cosa buona che ha sono quei due simpatici “baffetti” sopra la “o” finale, che non so nemmeno come si chiamino. Per il resto una tragedia: conservatore assoluto, contro i diritti agli omosessuali, il celibato libero per i preti e ovviamente è un pro-vita (leggesi anti-abortista). Amicone di quell’autoritatio di Viktor Orbàn, è dalla parte dei famosi valori dell’Europa cristiana. Una catastrofe.

Andres Arborelius

75 anni, Svezia

Anch’egli conservatore, e chiaramente contro il diaconato femminile e le unioni gay. Però, a sorpresa, pro-immigrazione. C’è da riconoscergli, comunque, un nome incredibile, da professore di Hogwarts. Peccato che con l’elezione pontificia lo perderebbe, dunque non c’è nessun motivo per votarlo.

Jean-Marc Aveline

66 anni, Francia

Colto e affidabile, pro-pace e pro-immigrazioni. È stato definito una sorta di young papa Francesco. Per tutti questi motivi non piace agli elettori, pare essere troppo bravo. Però è francese, quindi ci sta che se proprio sono costretti a scegliere un papa progressista, almeno non lo vogliano prendere antipatico per natura.

Willem Jacobus Eijk

71 anni, Paesi Bassi

Di lui si sa solo che ha studiato veramente tanto. Laureato in medicina, lascia tutto per il seminario. Prende due dottorati e insegna etica all’università. La cosa più assurda? È stato nominato cardinale col titolo di “San Callisto. Ignoro il suo significato e mi sorge un dubbio: forse l’hanno scambiato per un santo, oppure, più probabilmente, volevano solo percularlo, portando avanti la sanissima tradizione di bullizzare i topi di biblioteca. Chissà.

Eijk, Arborelius, Erdő

Asia, Africa ed Americhe: le periferie al centro

Peter Kodwo Appiah Turkson

76 anni, Ghana

La vita è così: al Conclave precedente sei troppo giovane e a quello successivo dubitano per la tua veneranda età. Ci assicurano che è nella lista solo per fare numero e che il vero candidato africano forte sia il prossimo.

Fribolin Ambongo Besungu

65 anni, Congo

Il vero candidato forte africano. Ma pare che non possa vincere, e sia messo lì perché dire apertamente che non si vogliono candidati africani pareva brutto. Incredibile come un congolese abbia come nome proprio un palese cognome veneto, mentre il cognome . Presiede un’istituzione dal nome “Simposio delle Conferenze Episcopali del Madagascar” e confesso un po’ d’invidia perché anche io vorrei parteciparvi. Ha scritto una lettera ufficiale contro le unioni omosessuali e dichiarato: “l’Africa è il futuro della Chiesa, questo è ovvio”.  Vorrei tanto sapere cosa pensa Salvini di lui.

Luis Antonio Gokim Tagle

67 anni, Filippine

Progressista sulla carta, quindi a favore delle unioni gay e alla comunione in chiesa per i conviventi non sposati, ma comunque su carta intestata Chiesa cattolica, quindi comunque contro l’aborto e l’eutanasia. Sarebbe una scelta anche di marketing: pare che il Vaticano voglia puntare sull’Asia, con buona pace di Besungu. Ci sono video di sue omelie dove fa praticamente stand-up comedy e altri incontri in cui canta divinamente brani di John Lennon. Scelta originale e sicura fonte di meme.

Charles Maung Bo

76 anni, Birmania

Candidato asiatico per fare numero. Tanto si tifa Tagle. Poi eleggere uno che si chiama “Bo” sarebbe come confessare che non si sapesse chi scegliere.

Joseph William Tobin

73 anni, USA

Sta in New Jersey e ha la skin del classico italo-americano da film. Non è in lizza veramente per il papato, ma è americano e gli americani hanno sta mania a voler sempre mettersi in mezzo a tutto.

Turkson, Tagle, Tobin

Conclusioni

Nessuno sa e può sapere chi diventerà papa. Come detto, raramente ci si becca e, alla fine, anche una roba seria come il Conclave si presta a dinamiche da reality show. Di conclavi non ce ne sono tanti e non così spesso, dunque si può comprendere l’interesse dei più e perché oggi sia seguito in maniera quasi ossessiva dai media. Dirette TV, dirette Instagram, dirette Facebook e persino dirette TikTok. Iconico il canale YouTube di Repubblica, che ieri ha streammato per ore il sacro comignolo da cui fuoriesce la famosa fumata che rende pubblico il risultato delle votazioni. Contenuto mediatico distopico: quasi due ore dove era inquadrato questo comignolo. In silenzio. Nessuno parlava o diceva nulla, talvolta qualche gabbiano si posava lì vicino, ma non accadeva altro. Cose impensabili se andiamo indietro di uno o due conclavi fa. L’elezione del Papa, avendo cadenza impossibile da prevedere e spesso non ravvicinata alla precedente, si offre come specchio involontario per una riflessione sulle differenze di comunicazione che intercorrono negli anni. E questo Conclave profuma proprio di 2025, epoca ipermediatica dove qualsiasi cosa faccia discutere o scaturisca curiosità nel pubblico, viene spinta da centinaia di contenuti al minuto, che la esasperano. Tutto questo è determinato dal fatto che ci sia un’evidente crisi del settore giornalistico, che porta a questa sfrenata produzione in modo ad accaparrarsi più click possibili per beneficiare delle rendite pubblicitarie, a scapito della qualità dell’informazione. Ieri, ad esempio, mi sono imbattuto in un articolo di Fanpage che spiegava esattamente come facessero a dare il colore bianco e quello nero alla fumata. E chissenefrega, no? Vi stupirà sapere che per fare la fumata bianca mettono del lattosio. Ma non è questo il punto: l’elezione del Papa viene trattata come se fosse Sanremo. Con interviste ai protagonisti nel pre-show, i bookmakers che incitano a scommettere sul vincitore, la riscoperta dei profili di cardinali sconosciuti ai più che tutto d’un tratto diventano personaggi mediatici. Ognuno ha uno o più amici o parenti che adesso è diventato un esperto di liturgia d’elezione del papa e soprattutto un fine conoscitore delle dinamiche del Vaticano: che cringe. È anche colpa nostra in fondo. La cosa forse su cui occorre riflettere è che alla fine i media italiani stanno dando più risalto al Conclave o alla vittoria in Champions League dell’Inter, rispetto alle terribili notizie occorrenti dal confine fra India e Pakistan. Ma perché glielo chiediamo noi. Possibili conflitti nucleari fra due paesi di cui non sappiamo nominare i leader non sono cool. Fare il totopapa è invece molto cool. Come può un’elezione con riti stranissimi, di un’istituzione vetusta catalizzare così tanto l’attenzione nazionale, mettendo in secondo piano questioni così importanti? Non saprei, ne riparleremo una prossima volta. Godetevi lo show e buona fumata bianca!






a cura di
Giacomo Altafini


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