Gianni Infantino, Presidente FIFA (Photo by Brennan Asplen/Getty Images)
Sabato è cominciato ufficialmente il Mondiale per Club FIFA 2025, che per la prima volta si disputa a 32 squadre, dando vita ad un carrozzone di portata mai vista per una competizione di club estiva. Per questo show calcistico di plastica non poteva esserci migliore teatro degli Stati Uniti, scelti come paese ospitante in maniera strategica, per cercare di far appassionare la popolazione a stelle e strisce al calcio proprio in vista dei Mondiali per nazionali del 2026, che si terranno lì oltre che in Messico e Canada.
Andiamo ora a sviscerare ogni aspetto della competizione: dai giudizi pretestuosi, agli introiti non cristallini, per concludere con una disamina delle prime gare e un pronostico sulla vittoria finale.
Una competizione che ha già fatto discutere
Da tempo gli addetti ai lavori spendono parole non del tutto lusinghiere nei confronti di questa manifestazione. Viene da chiedersi come mai, dato che si offre finalmente un palcoscenico internazionale per tutte le principali squadre di club del mondo, con ricchissimi montepremi che possono fare la fortuna delle squadre con budget più limitati, come le rappresentative provenienti da Sud America ed Africa. La spiegazione è piuttosto semplice: i fattori positivi appena citati fanno da contraltare a una competizione creata senza alcun appoggio concreto da parte dei calciatori, i quali sono sempre più spremuti da continui viaggi e partite durante il corso della stagione e che, anche quest’anno, non potranno beneficiare di un periodo consistente di vacanze, per recuperare forze ed energie mentali. Situazione per cui diversi mesi fa si era ventilata l’ipotesi di uno sciopero da parte degli atleti, possibilità che è andata scemando senza trovare concretezza effettiva.
Oltre a ciò, le squadre europee andranno in USA con le proprie rose incomplete, complice un mercato estivo che entra solitamente nel vivo proprio durante il periodo in cui si svolge il torneo, nonostante una piccola finestra di mercato specifica creata appositamente prima della competizione. Non sembra esserci grandissima voglia di partecipare all’evento, se non da parte delle proprietà dei club calcistici, che bramano i copiosi introiti promessi dai vertici FIFA.
Una sospetta coincidenza di numeri e date: DAZN, FIFA e Arabia Saudita
Il Mondiale per Club è stato accolto con freddezza anche dai media, che non hanno fatto i salti mortali per accaparrarselo, nonostante sia il progetto di punta del presidente FIFA Gianni Infantino. I colleghi di “Ultimo Uomo” (consigliatissima rivista online calcistica) hanno ribadito una serie di coincidenze che hanno trovato molta poca rilevanza sui giornali nazionali. “L’annuncio della partnership globale con DAZN – scrive il giornalista Dario Saltari – per la trasmissione gratuita delle partite del Mondiale per Club è arrivato infatti il 4 dicembre del 2024, esattamente una settimana prima del “congresso online” con cui (con metodi opachi e non del tutto democratici) ha consegnato i Mondiali del 2034 all’Arabia Saudita. Un tempismo a cui nessuno avrebbe fatto caso se poco più di due mesi dopo il fondo sovrano saudita non avesse comprato una quota di minoranza di DAZN”. Tutte coincidenze, forse. “… il fondo sovrano saudita – continua Saltari – ha acquistato una quota inferiore al 5% per una cifra intorno ai due miliardi di dollari, con la metà direttamente investita nella società, cioè DAZN, che a sua volta, secondo The Athletic (che fa parte del gruppo del New York Times), ha speso proprio un miliardo di dollari per accaparrarsi questi diritti TV. Un miliardo di dollari è anche il montepremi complessivo promesso dalla FIFA alle 32 squadre partecipanti al Mondiale per club. Una triplice coincidenza di numeri che di certo solleva qualche interrogativo”.
Un sacco di coincidenze, come scrive Saltari, che davvero puzzano di bruciato. È proprio impensabile che Infantino abbia finanziato il Mondiale per Club grazie ai soldi sauditi, utilizzando come pietra di scambio l’assegnazione dei Mondiali 2034? Chissà, non lo scopriremo mai, di certo va ad aggiungersi al mucchio di cose che gettano ombre su una competizione sempre meno invitante.
I club partecipanti al Mondiale per Club 2025
Ha fatto molto discutere anche la scelta delle partecipanti al Mondiale per Club, che sono in totale 32. Sono stati individuate le 6 organizzazioni continentali (sì, quella che noi consideriamo America come continente è organizzata calcisticamente in due federazioni, una Sudamericana ed una per Caraibi e Nord-Centro America) e si sono redistribuiti i posti in maniera non del tutto uguale. Si parte dal gruppo più consistente, quello mandato dalla UEFA (Europa) composto da ben 12 squadre, segue la delegazione sud-americana da 6, le federazioni di Africa, Asia e Caraibi-Nord-Centro America manderanno ciascuna 4 squadre e, infine, per l’OFC (Oceania) parteciperà un solo team.
Ovviamente un posto è garantito per il paese ospitante, gli USA, andato a finire, chiaramente, all’Inter Miami, squadra di Lionel Messi. Il criterio di selezione va a prendere le squadre vincitrici della maggiore competizione per club di quel continente (es. per l’Europa la Champions League), durante il quadriennio 2021- 2024. Se ci sono più posti da riempire, o se in quell’arco di tempo ha vinto più volte una stessa squadra (vedi il Real Madrid), si va a selezionare le formazioni più in alto nei rispettivi ranking continentali, con un limite massimo europeo di due rappresentanti per nazione che possono accedere tramite questa formula. Questa bizzarra forma di selezione ha fatto sì che al Mondiale per Club, dove teoricamente viene selezionato il meglio del calcio internazionale, partecipi il Salisburgo ma non Manchester United, Barcellona, Arsenal, Liverpool e Milan, che secondo il portale Zeelo, sono la prima, seconda, quinta, settima e ottava per numero di tifosi nel mondo.
Cosa abbiamo visto: goleade umilianti e campioni sfioriti
La composizione dei gironi offre la possibilità concreta che agli ottavi di finale vadano quasi tutte le europee e le sudamericane, ovvero i club favoriti per la vittoria finale. La partita d’esordio fra i padroni di casa dell’Inter Miami e i campioni egiziani dell’Al Ahly FC è finita 0-0, non proprio la migliore immagine di copertina possibile per la nuova competizione. Il semidio Leo Messi ha regalato qualche lampo dei suoi, illuminando una partita giocata a ritmi bassi e qualitativamente infimi, ben lontani dallo spettacolo atteso.
Deludenti, come era facile da aspettarsi, altre due stelle ex Barcellona, ovvero Luis Suarez e Sergio Busquets. Il primo è parso imbolsito e nel pieno della sua senilità calcistica, ben lontano da quel pistolero killer d’area di rigore temuto da tutta Europa, mentre il secondo rimane uno dei più grandi cervelli della storia del gioco, ma non ha brillato particolarmente nel deserto qualitativo degli altri centrocampisti in campo. Le altre partite disputate non hanno regalato nulla di sensazionale, se non un poker rifilato dai freschi campioni d’Europa dal PSG all’Atletico Madrid e un grottesco 10-0 del Bayern Monaco che ha polverizzato i neozelandesi dell’Auckland City senza troppi complimenti, in una sfida fra un top team mondiale e una squadra composta da semiprofessionisti (il portiere dell’Auckland ha un contratto part time da magazziniere).
Cosa ci aspettiamo di vedere: occhio alle sudamericane
Questo è il calcio che ci meritiamo e quello che ci aspettiamo. Almeno nella fase a gironi saranno sfide più somiglianti a sonnolente amichevoli internazionali pre-campionato che ad esaltanti fasi finali di un torneo importante. Dagli ottavi in poi vedremo verosimilmente sfidarsi le squadre migliori. Chissà, però, in quale stato di forma o con che motivazioni. Il rischio di farsi male è alto, soprattutto al tramonto di un anno sportivo usurante e all’alba di una stagione che porterà ai Mondiali, quelli veri. È possibile che le stelle giochino col freno a mano tirato, ed è proprio questo il fattore che permette alle outsider di crederci.
Posto che sarà quasi impossibile che squadre asiatiche, africane o nordamericane vadano oltre gli ottavi di finale, riteniamo che ci sia speranza per le sudamericane, rappresentate da 4 brasiliane (Flamengo, Botafogo, Fluminense e Palmeiras), oltre che le due argentine per eccellenza: River Plate e Boca Juniors. Abituati a giocare la Libertadores e soprattutto un calcio di livello inferiore solo a quello dei maggiori paesi europei, le sudamericane possono davvero dire la loro. Sicuramente per i giocatori: sono sei squadre che mixano alla perfezione vecchie glorie del calcio europeo e giovani talenti indigeni. Oltre a questo, per la condizione atletica: in Brasile e Argentina i campionati sono a metà del loro corso, dunque le sei partecipanti al Mondiale per Club arrivano alla competizione tirate a lucido, nel momento migliore a livello atletico. Chissà che non ci troveremo a fare il tifo per una di loro fino alle semifinali o addirittura in finale.
I nostri campioni: Inter e Juventus
Sono Inter e Juventus a rappresentare l’Italia negli USA. Selezionate dal ranking, nerazzurri e bianconeri sono volati al Mondiale non proprio nelle condizioni migliori possibili. La Juventus è nel pieno di un’ennesima rivoluzione tecnica: saltate le teste di Giuntoli e Thiago Motta, tocca a Cobolli – Tudor, coppia che non scalda molto i cuori dei tifosi, soprattutto perché la percezione è che siano entrambi delle seconde scelte. Rosa da rinnovare e allenatore incognita con un passato da glorioso difensore vincente con quei colori, la descrizione calza a pennello sia su Igor Tudor, allenatore delle Juventus, che su Christian Chivu neotecnico dell’Inter. I milanesi sono ancora in lutto per il 5-0 subito nella tragica finale di Champions League del 31 maggio, che ha innescato una minirivoluzione. Il dimissionario Inzaghi ha lasciato il posto a Chivu, giovane allenatore con un curriculum scarno, su cui Marotta ha ripiegato dopo il “no” di Cesc Fàbregas.
Inter e Juve sono squadre in cantiere, o comunque da rinnovare pesantemente, non proprio i presupposti adatti per puntare a vincere qualcosa subito. Dunque, partiranno in seconda fila per la vittoria finale, per la quale, banalmente, sono favorite le solite super-potenze: PSG, Manchester City, Bayern Monaco e Real Madrid. Una francese, un’inglese, una tedesca e una spagnola. Peccato che a differenza delle più classiche barzellette, manchi l’italiana.
A cura di
Pietro Paulo Spigato
[…] dei diritti — ad esempio Sky o DAZN, impegnata in questi giorni con la trasmissione in chiaro del Mondiale per Club — di segnalare i siti pirata. Una volta inviata la denuncia, nel giro di 30 minuti il sistema […]